Sentire con gli atei

Fede e incredulità in Divo Barsotti
Premessa
“E tutto vuol vivere in te/ perché di tutto tu viva”1. Nei versi conclusivi di una delle sue più belle poesie Divo Barsotti è riuscito a sintetizzare bene quella che è stata l’aspirazione costante di tutta la sua lunga esistenza, ribadita e riformulata in un numero incalcolabile di variazioni sul tema nei suoi diari e nella sua predicazione. In questo tutto ci sono sì “l’alito fresco del vento, il profumo/
del fiore, la luce dell’alba”2, ma soprattutto “i poeti” e “i santi”, rappresentanti dei volti e delle storie di tutti gli uomini, di ogni tempo e di ogni luogo, con i quali don Divo cerca, giorno dopo giorno, di realizzare, nella sua unità con Cristo, una comunione sempre più profonda. Tante pagine dei diari ci testimoniano il suo anelito incoercibile ad essere “uno con tutti”, come questo frammento del 1986, in cui, riflettendo sulle implicazioni del “comandamento nuovo” dell’amore vicendevole, scrive:
“Bisogna amare tutti gli uomini, bisogna divenire uno con tutti senza esclusioni, uno con tutta l’umanità. Non difenderti da una tua responsabilità universale. Sarai uno col Cristo se sei uno con tutti. Una virtù che ti difenda e ti separi dal mondo, ti separa dal Cristo”3.
Dentro questo abbraccio orante con cui Barsotti cerca di raggiungere e salvare ogni uomo ci sono ovviamente anche gli atei, coloro che con maggior o minor consapevolezza hanno deciso di vivere ‘senza Dio’, nei confronti dei quali don Divo ha sempre manifestato un’attenzione e una vicinanza particolari. Lo intuiamo da una coraggiosa e un po’ azzardata richiesta che, appena ventenne, egli fece a Dio in uno degli slanci tipici della sua giovinezza:
“Ho detto al Signore di farmi il santo dei letterati, dei filosofi, dei grandi del mondo: è giusto che io più di tutti senta su di me il peso della loro croce di incredulità, di indipendenza”4.
Troviamo qui già espresso in nuce il senso profondo che anima le pagine di questo volume, nelle quali il lettore si renderà conto che Dio deve aver preso molto sul serio la richiesta del giovane don Divo, conducendolo in un cammino in cui – come lui stesso ha esplicitamente chiesto al Signore in una vertiginosa pagina del 1955 – egli sarà chiamato, in quanto ‘santo patrono’, non solo a sentirsi sempre più responsabile del cammino degli atei, ma addirittura a “sentire con loro”, a partecipare intimamente alla loro esperienza di incredulità, per poterla trasformare in preghiera.
Questo saggio si basa principalmente su una ricerca tematica all’interno della vasta produzione barsottiana, in particolare la sua predicazione1, i diari editi e i volumi pubblicati. Senza certo pretendere l’esaustività, ho preso in considerazione tutti i passi in cui compare il termine ‘ateismo’, tentando di sistematizzare in qualche modo la variegata e densa riflessione di don Divo sull’argomento. Dall’analisi dei numerosi testi presi in esame risalta subito come il confronto con l’ateismo sia un tema che Barsotti ha avuto sempre a cuore, anche se è indubbio che egli lo abbia affrontato in maniera più esplicita nella seconda metà degli anni’ 60, subito dopo la conclusione del Concilio Vaticano II2.
L’ateismo non viene considerato da Barsotti solo come un fenomeno che si contrappone in maniera polemica alla vita del credente; egli ha mostrato chiaramente come alcune dinamiche dell’esperienza dell’ateo toccano da vicino l’esistenza dell’uomo di fede e hanno molto da dirgli. E vale anche il viceversa. Il mondo della fede e quello dell’incredulità, spesso considerati da entrambe le sponde come lontani e inconciliabili, in don Divo tendono così ad avvicinarsi e a incontrarsi, arrivando addirittura, in certi casi, a scambiarsi di posto.
In appendice ho riportato un articolo che Barsotti pubblicò nel 1971 su L’Osservatore romano a commento di un importante intervento magisteriale di Paolo VI sul rapporto tra secolarismo e ateismo.
La mia speranza è che queste pagine possano diventare, per credenti e atei, un contributo utile per crescere nella conoscenza reciproca e per trovare nuovi spazi di confronto e di incontro.
- D. Barsotti, “A convegno” (13 dicembre 1974), in Id., Con parola umana. Poesie, Morcelliana, Brescia 1975, pp.
- Ibidem.
- Id., Luce e silenzio, EDB, Bologna 1993, p. 261 (27.1.1986).
- Id., Diario inedito (novembre 1934), Archivio Divo Barsotti (ADB), in Comunità dei figli di Dio (a cura di), D. Barsotti. Un mistico del Novecento, Società Editrice Fiorentina, Firenze 2007, p. 45.
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