Testamento spirituale
Abbiate fiducia
E’ un fatto assai relativo che la parete del corpo ci impedisca di vivere insieme. L’unione con Lui non è nell’esperienza sensibile, ma nel Cristo che ci ha uniti a sé e ci ha voluti un solo Corpo con Lui. Amate la Chiesa, il sacramento visibile della Presenza di Dio quaggiù sulla terra.
Siate certi e sicuri della vostra vocazione e sappiate difenderla. A tutti – specialmente a quelli della vita comune – voglio rivolgere l’ultimo mio saluto, il mio ringraziamento più fervido, più vivo, la mia assicurazione che non abbandonerò nessuno. Raccomando di essere uniti; non dubitate, non disperdetevi, non scoraggiatevi. Dio chiede la fede, e tanto più questa è vera, tanto più è potente. Ricordatevi del seme di senapa. Dovete credere in Dio che vi ha chiamati. Io vi lascio apparentemente. Realmente, sono con voi più di prima.
Ma prima della mia presenza, deve essere per voi sicurezza il Cristo che vi ha chiamati e vi ha uniti tra voi. Ricordatevi che una consacrazione a Dio, l’unione con Lui diviene reale e sicura solo nell’unione fraterna con coloro che Dio unisce a noi nella stessa vocazione e nello stesso cammino. Se vi disperderete, non solo mancherete all’unione, ma comprometterete gravemente la vostra risposta al Signore.
Ce lo insegna tutta la tradizione cristiana.
Raccomando soprattutto ai più anziani di consacrazione di essere di esempio nella vita, di essere fermi nella fede, di essere sicuri che la Comunità è opera voluta da Dio, opera che tuttavia siete voi che dovete realizzare, con semplicità, con perseveranza, con umiltà ma con la certezza di rispondere ad un preciso appello del Signore. Vi raccomando concordia tra voi, e l’obbedienza ai legittimi superiori.
Lasciando questa vita, mi sento debitore di innumerevoli anime che con il loro esempio e con il loro amore mi hanno aiutato. Hanno illuminato la mia via, mi hanno sorretto con i loro consigli, hanno avuto pazienza con me. Insieme a Colui che ho cercato di amare, al di sopra di tutti, Gesù benedetto, chiedo che vorrà cogliermi come suo figlio la Vergine, mi verrà incontro, avrà già ottenuto per me il perdono di tutti i miei peccati e delle mie innumerevoli infedeltà.
Ma con Gesù e la Vergine, io spero che si faranno incontro a me le innumerevoli altre anime alle quali, nel tempo, il Signore ha voluto legarmi in un rapporto di paternità e a volte anche di dipendenza filiale. Rivedrò i miei fratelli di sangue, il babbo, la mamma, ma certo l’unità più vera, più grande nell’amore, nella mia unione con Cristo, sarà con tutti i miei figli. So di avere mancato tanto verso di loro, ma so ugualmente che tutto mi è stato perdonato. Non ho ricevuto che amore. Soltanto Dio potrebbe ricompensare ciascuno di tutto quello che mi ha dato. Quante anime grandi nella Comunità alla quale Dio ha voluto che appartenessimo! Anime semplici, umili, ma anche anime grandi. Che cosa io sono stato per loro, Dio solo può dirlo. So comunque che dovevo essere immensamente di più una immagine viva di Colui che rappresentavo.
Quale immensa comunione di amore sarà la nostra nel Cielo! Ma questa non mi sottrarrà alla comunione con coloro che ho lasciato quaggiù sulla terra. E questa comunione sarà col Padre, col Figlio e con lo Spirito Santo; nel seno della Trinità Santissima, non saremo che un unico inno di lode, ringraziamento e amore.
“Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima con tutte le forze, amerai il prossimo tuo come te stesso”.