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Certo, la chiesa che raccoglie i fedeli per la lode di Dio, la chiesa dove ogni giorno viene celebrato il sacrificio del Cristo, è il luogo più santo che abbiamo in questo mondo. Ma dopo la chiesa, vi è un altro luogo che raccoglie nell’amore le anime che cercano Dio. È la biblioteca.

Non ho mai capito che importanza potesse avere per me la conoscenza di una dottrina nella quale io non vivevo. Per me il libro è la reliquia più insigne che può lasciare un uomo ai fratelli. Diversi secoli fa si combatteva per avere il possesso del corpo dei santi. Oggi questo amore per le reliquie è venuto assai meno e si spiega: difficilmente l’uomo può vivere in comunione con coloro che egli ama e che lo hanno sostenuto, sorretto, alimentato nel suo cammino di fede. Invece il libro non fa presente soltanto un corpo ormai morto, delle ossa inaridite che non hanno più vita: per me il libro è veramente il mezzo più efficace per entrare in comunione con coloro che nei libri ci rivelano le loro passioni, la loro volontà e rendono testimonianza della loro vita. Attraverso i libri io entro in comunione con coloro che hanno scritto. Non sono mai stato molto capace di dare grande importanza ai libri di scuola, ai libri di insegnamento. Il libro per me è il mezzo per il quale può ogni giorno di più realizzarsi una comunione fra chi scrive e chi legge. Una comunione che dilata l’anima, l’arricchisce ogni giorno di più.

Il libro ha un rapporto necessario con lo scrittore e stabilisce un rapporto con coloro che leggono. Così avviene nella biblioteca: un luogo sacro in cui l’uomo non apprende soltanto delle dottrine astratte ma vive in una comunione d’amore. Io sento che ho bisogno di questa comunione: che cosa sarebbe la mia vita senza Agostino, Teresa, senza i grandi filosofi, i grandi poeti? Quale dono più grande potrebbero farmi gli uomini più del dono della loro stessa esperienza, della loro stessa vita? Un libro non è soltanto per un insegnamento astratto: è la volontà di una comunione d’amore. Per me ho sempre pensato che un libro vero, prima di darmi delle nozioni, prima di arricchire la mia intelligenza, è uno scritto autobiografico, è il dono che ognuno fa di se stesso ai fratelli. Attraverso la lettura non vieni soltanto a conoscere una dottrina ma vieni a conoscere gli uomini che sono tuoi fratelli: la tua vita non può che essere questa comunione d’amore che i libri assicurano. È in qualche modo una certa anticipazione della vita del cielo quella che la lettura può stabilire. Il libro rimanda a un domani la fine di una vita nel tempo: io vivo in comunione con Agostino ma anche con i tragici greci, con Dostoevskij… Essi fanno parte di me. Quello che io debbo loro è una parte di me stesso. Ed è bello, ed è grande sentire così che noi possiamo superare la difficoltà dei luoghi e dei tempi, non solo per vivere una comunione d’amore, ma per vivere in questa comunione la vittoria su tutto quello che ci divide e ci fa stranieri gli uni agli altri. Certo, alcune volte non è facile che lo scrittore si doni con semplicità: ma chi lo cerca gli chiede una parola di vita. Ma le difficoltà reali che vi sono a questa comunione d’amore non fanno che rendere sempre più forte la volontà di cercare di penetrare il mistero della persona di colui che ti scrive. Lo scrittore è un tuo fratello: non puoi rompere certo un rapporto con lui, tanto più che quello che scrive vuole essere il dono che egli ti fa di se stesso. Se tu ricevi tanto dalla lettura di un autore devi ricordarti che anche l’autore ha bisogno di te, che sente il bisogno di amare. Sente anche il bisogno di sentirsi amato. Anche gli autori ricevono qualche cosa da te, un prolungamento della loro vita, un dilatarsi della loro esperienza, una più profonda conoscenza di quello che è l’uomo, ogni uomo. Tu vuoi vivere di loro, vuoi che la loro vita sia alimento alla tua: ma anche l’autore, nella misura che vive vuole ricevere da te la possibilità di vivere oltre la morte in coloro che accolgono il suo messaggio di amore.

Sì, una biblioteca è un luogo sacro: più grande è certo la comunione che l’uomo vive con Dio attraverso la preghiera, il Sacrificio eucaristico. Ma la biblioteca ci fa vivere più concretamente una comunione con i fratelli i quali, tutti, hanno da darci qualcosa, come a tutti tu vorresti donare te stesso. La perfezione ultima della carità dovrebbe essere proprio questa comunione universale, che ci fa tutti un solo Cristo.

Dio è l’uomo, Piemme 2001, pp. 183-185