Ad un anno dalla morte di fr.Sergio (9 febbraio 2020) pubblichiamo, la raccolta di tutti i commenti biblici che fr.Sergio ha scritto nel Notiziario nel corso degli anni, quando è stato responsabile della rubrica di presentazione del Libro del mese. I suoi articoli biblici hanno avuto tanti apprezzamenti, anche da parte della Comunità australiana e colombiana (ogni mese venivano regolarmente tradotti) per la loro semplicità, immediatezza e per i continui riferimenti agli scritti e frasi del padre don Divo Barsotti. Pubblichiamo pertanto i suoi articoli, certi di rendere un servizio a tutti e rendendo con questo sempre vivo il ricordo di questo fratello che ha vissuto per tanti anni a Casa San Sergio vicino al Padre Fondatore.
Fratel Sergio (Faustino Scardigli), è nato ad Empoli il 20 ottobre 1935, ed è morto a Firenze il 9 febbraio 2020. Entrato giovane in seminario minore e in seguito nel noviziato dei benedettini Olivetani, nel 1956 è venuto a Casa San Sergio da don Divo Barsotti per ottenere una direzione spirituale, e vi è rimasto fino alla morte. Laureato in giurisprudenza, e successivamente impiegato alla Facoltà di Giurisprudenza, negli anni 70′ ha seguito con passione anche gli studi teologici presso i Carmelitani di Arcetri, e pur rimanendo nell’ombra ha assimilato con devozione profonda gli insegnamenti di don Divo. Negli ultimi vent’anni della sua vita ha dato il suo prezioso contributo alla formazione dei consacrati della Comunità dei figli di Dio con la predicazione e vari scritti.
PREFAZIONE
È raro e quindi prezioso imbattersi in qualcuno che conosca la Sacra Scrittura, usando questo termine ‘conoscere’ in senso biblico, cioè con il desiderio e la volontà ispirata e resa capace dalla grazia, di vivere con Dio un rapporto di amore intimo, profondo, inesauribile. In don Divo abbiamo incontrato un credente appassionato che sentiva di dover dare anche a persone semplici la spinta per entrare, attraverso la Scrittura, in un contatto diretto con Dio, per vivere un’esperienza autentica di Lui. Don Divo è nostro benefattore per essere stato promotore dell’antica esegesi spirituale, che risale a Origene e ai grandi padri della Chiesa; questa ha sempre aiutato il lettore a superare l’evidenza del testo per scoprirne l’intenzione, estraendo al di là del valore storico dei racconti un senso ulteriore, quanto lo Spirito voleva trasmettere per approfondire e personalizzare il rapporto tra Dio e ogni uomo.
L’esegesi spirituale, o interpretazione ‘anagogica’, come amava precisare con termine un po’ ricercato ma preciso il nostro caro fratel Sergio, offre un nuovo slancio all’anima dopo che è eventualmente passata attraverso l’altrettanto utile esegesi storico-critica, che ha il compito di mettere gli scritti biblici nel loro contesto e paradossalmente rende la nostra fede più pura e più aperta all’azione dello Spirito che ha ispirato il testo sacro. L’ulteriore interpretazione anagogica, aggettivo che letteralmente implica il conoscere a fondo che indica il significato più profondo e recondito delle Sacre Scritture, ci insegna a cosa si deve tendere, indirizzando il nostro sguardo verso l’alto.
Durante gli anni in cui la Comunità è cresciuta, e con essa l’amore alla Bibbia, ci sono state tante anime che hanno amato questo cammino di studio e di meditazione biblica e hanno aiutato altri a prendere gusto alla lettura della Sacra Scrittura: in ogni famiglia ci sono stati consacrati e consacrate che hanno
messo a servizio degli altri questo loro amore e ‘scienza’. Qui a Firenze quasi nessuno ricorda più Anna Maria Cipollaro, e a Palermo forse un po’ meglio va a Ignazio Barreca, ma fratel Sergio ce ne parlava regolarmente perché a Firenze era nel gruppo con l’Anna Maria e quando scendeva in Sicilia era spesso ospite di Ignazio, per cui possiamo tranquillamente supporre che anche loro gli abbiano confermato e rafforzato quella passione seminata da don Divo. Non basta infatti leggere i commenti ai libri sacri, se questi non diventano motivo per ruminare, per prendere gusto, per sentire che il Signore in tal modo dirige più facilmente i nostri passi sui suoi sentieri. Nelle introduzioni bibliche che abbiamo la fortuna di aver ricevuto da fratel Sergio, c’è un bel compendio di questa esperienza multiforme che ha maturato nel corso di 50 anni, e dobbiamo mantenerci grati per questo suo sforzo che, malgrado gli acciacchi degli ultimi tempi, ha voluto assolvere fino in fondo: gli sono mancati solo il libro di Giosuè, il libro dei Giudici e il libro di Rut, ma le opere incompiute sono sempre le migliori e inoltre non lasciano occasioni alla vanità e all’orgoglio.
Leggendo queste pagine ringraziamo il Signore per questo dono che ci ha fatto e ricordiamo Sergio nella preghiera di suffragio. Penso che per lui sia stata e tuttora sia sua grande consolazione, sentirsi ricordato e suffragato con affetto e per noi sia occasione di prolungare o stabilire una vera comunione fraterna di cui abbiamo fame sempre in questa vita e di cui saremo saziati nell’eternità.
Vorrei pure ricordare con tanto affetto e riconoscenza chi prima di fratel Sergio si è sobbarcato questo impegno, soprattutto Silvia Milani, Domenico Ientile e p. Martino, ma anche quanti oggi hanno accettato di continuare questo suo lavoro con stili diversi, ma con lo stesso amore e desiderio di servire umilmente i loro fratelli della Comunità.
p. Benedetto Ravano