Si celebra oggi la festa della Trasfigurazione del Cristo: noi dobbiamo trasfigurarci. Come vi ho già detto, la nostra trasformazione prima di tutto avviene nel più intimo e dentro il nostro essere, e noi non possiamo averne nemmeno l’esperienza: avviene già nel Battesimo, per il fatto che nel Battesimo noi siamo inseriti nel corpo del Cristo. Ma poi l’azione della grazia investe le potenze spirituali: l’intelligenza e la volontà. Perciò la prima cosa che si impone per noi, dopo questa trasfigurazione compiuta dai sacramenti divini (specialmente da quei sacramenti che hanno impresso in noi il carattere), è la conoscenza di Dio: conoscenza che non è puramente astratta, è piuttosto la coscienza di Dio. Come noi siamo coscienti di noi stessi, esser coscienti che Dio ci investe, che Dio ci possiede, che Dio è in noi. Sentirci come la pisside che contiene il corpo di Cristo, ma veramente come un’anima vivente che si sa penetrata, che si sente piena di Lui.
Noi siamo veramente la dimora di Dio, il luogo di Dio; dobbiamo sentirlo. Nulla c’è per noi di più sacro di noi stessi; nemmeno il paradiso è più sacro di me, perché in paradiso Dio sarà per gli altri, ma Dio è per me in quanto è nel mio cuore, e io devo scendere nell’intimo mio per prendere coscienza di questa Presenza di Dio in me, per lasciare che Dio nella sua Presenza totalmente mi riempia e non ci sia più vuoto che Egli non riempia di Sé. Sentire in noi questa presenza di Dio, presenza del Cristo: ecco, questa è la prima cosa che noi dobbiamo realizzare. Ed è di qui che nasce la vita di contemplazione, ed è di qui che nasce la vita di preghiera, perché non può essere mai che si possa vivere una continua preghiera se non abbiamo questo sentimento di Dio che lentamente penetra tutta la nostra vita e la riempie di Sé. È un sentimento ora più forte ora meno forte, ma è sempre presente. È come la coscienza che abbiamo di noi stessi; alcune volte è più forte, altre meno forte. Questa coscienza di noi stessi l’abbiamo attraverso la coscienza, per esempio, del mal di testa, oppure la coscienza di vedere il cielo, le cose, ecc., ma attraverso questa esperienza delle cose c’è sempre, come riflesso indiretto, anche la coscienza che siamo noi a vedere e a sentire. Così è per quanto riguarda la vita interiore, questa vita di preghiera. Certo che non possiamo vivere sempre una preghiera attuale, ma possiamo avere questo sentimento di Dio che sempre ci accompagna; basta che noi cerchiamo di non essere totalmente distratti, di non abbandonarci alla curiosità, alla distrazione.
Battista da Crema (1460?-1534), uno dei maggiori maestri spirituali d’Italia, diceva che la curiosità, la dissipazione volontaria, è uno dei peggiori mali dell’uomo. Sono questi infatti i mali dell’uomo; lo scoraggiamento, la dissipazione volontaria. E i peccati? I peccati ci sono sempre, ma non date peso ai peccati! Più importante è eliminare gli stati abituali della anima che impediscono alla grazia di entrare in voi. Se commettete adulterio, beh, vi rialzerete! Ma se voi vivete nello scoraggiamento, non vi rialzerete mai. E se voi vivete nella dissipazione abituale, voi vivrete una vita sciupata per sempre. Capite? I peccati hanno meno importanza per la nostra vita interiore di quello che hanno certe disposizioni interiori. I peccati ci saranno sempre, saranno più o meno coscienti, ma il peccato attuale è meno grave di una disposizione abituale dell’anima che chiude le porte a Dio, che impedisce a Dio di penetrare in noi, di vivere in noi. Di qui, vi chiedo prima di tutto; non scoraggiamento, mai! Abbiate fiducia in Dio che vi ama, in Dio che vuole la vostra santità, in Dio che opererà la vostra santità. Abbiamo fiducia in Dio! E poi manteniamo un certo raccoglimento interiore. Questo lo chiedo specialmente a voi che vivete nel mondo.
Festa della Trasfigurazione – Omelia del 6 agosto 1984 a Firenze